Generale romano. Padre di G. Pompeo Magno, rivestì la Questura nel 104
a.C. in Sardegna, e la Pretura nel 92 a.C. Dopo essere stato assolto dall'accusa
di aver fomentato l'insurrezione degli Italici, partecipò alla guerra
sociale come legato del console P. Rutilio Lupo, svolgendo un ruolo di primo
piano nell'espugnazione di Ascoli (90 a.C.), e per questo ottenendo un trionfo
l'anno successivo, quando rivestì anche la carica di console.
L'approvazione di una sua legge (
lex Pompeia de Transpadanis) concesse
alle città della Gallia Cisalpina il diritto latino (89 a.C.). Alla
partenza di Silla per l'Oriente, gli venne affidato dal Senato il compito di
combattere contro L. Cornelio Cinna e Q. Sertorio, capi della fazione
antisenatoria; gli avversari di Silla furono sconfitti nella battaglia di Porta
Collina, nei pressi di Roma (83 a.C.). Una congiura organizzata contro
P.
fu sventata dal figlio maggiore Gneo. Subito dopo
P. morì (fine II
sec. a.C. - 87 a.C.).